lunedì 25 maggio 2020

Origine della parola Mafia



Sebbene la parola mafia sia stata sempre diffusa in Sicilia e utilizzata con significati polisemici, la sua origine etimologica rimane avvolta nel mistero. 

Esistono tante proposte di genealogica semantica, eccone alcune:

Dall'arabo: 
1. mu'afak: protezione dei deboli
2. mahyas: millanteria e spacconeria
3. maha: cava (luogo segreto di riunione dei primi mafiosi)
4. màhfil: adunanza
5. ma afir: tribù che aveva dominato Palermo nel periodo saraceno

Dal Toscano: 
maffia: miseria e ostentazione vistosa, spocchia

Dal piemontese
mafiun: uomo malfatto, rustico, rozzo, che non parla e non risponde. 

 

  Luigi Capuana e Giuseppe Pitré sostenevano che la parola era già in uso a Palermo prima del 1863, con il significato di bellezza e orgoglio.

Nessuna di queste interpretazioni prevale in maniera decisa.

Il termine acquista la sua valenza negativa, anche al di fuori della Sicilia, a partire dal 1863, quando diventa sinonimo di criminalità siciliana. In quell'anno, l'opera teatrale di Giuseppe Rizzotto "I mafiusi di la Vicaria", mette in scena il modo in cui i carcerati del Vicaria di Palermo si organizzano e si comportano. Emergono gli elementi che poi faranno parte dell'organizzazione criminale, come il capo, i "picciotti" e il "pizzo".

Estate, mare e Coronavirus: quali sono le mascherine che danno maggiore protezione?


Dopo l’annuncio del governo dell’imminente riapertura dei confini regionali, comincia la programmazione delle vacanze. Certo, saranno vacanze un po’ strane, visto che nei luoghi di massiccia frequentazione, saranno ancora vietati assembramenti e dovranno essere usati tutti gli accorgimenti anti Covid 19, come igienizzanti, guanti e le tanto discusse mascherine.

Le mascherine, dunque, sono obbligatorie? La risposta è condizionata dall'appartenenza geografica: se il Presidente della Regione Toscana con un’ordinanza firmata lo scorso aprile le ha rese obbligatorie nei luoghi pubblici, Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, sembra aver adottato una linea più morbida, poiché l’obbligo imposto grava per gli operatori che vendono beni alimentari. Per i cittadini, invece, in caso in cui non si può mantenere la distanza di un metro, basterà coprirsi naso e bocca o con mascherina, oppure con apposito sostituto, come una sciarpa o un foulard.

Chiaramente, che siano d’obbligo o no, poco importa: averne a portata di mano rende sicuramente le nostre vacanze un po’ più serene. 

Sebbene buona delle regioni italiane si siano attrezzate per fornire mascherine gratuite ai cittadini – come Toscana per tutti i centri abitati e la Sicilia per i centri con meno di 50.000 abitanti – la maggior parte degli italiani ne ha acquistate di propria iniziativa negli store online.

Qual è la mascherina più efficace?

Possiamo distinguere differenti tipologie di mascherine:

1. Le mascherine filtranti (FFP, cioè Filtering Facepiece Particles) bloccano il passaggio di particelle dell’ordine del mezzo micron, impedendo a chi le porta di inalarle. L’efficacia filtrante è indicata con sigle FF da P1 a P3, in base alla crescente capacità di protezione. Le migliori sono le FFP2 e le FFP3 (queste sono dotate di valvole), che hanno un’efficacia filtrante rispettivamente del 94% e del 99% e sono le più indicate per bloccare i virus. Tra queste annoveriamo le mascherine chirurgiche, utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla norma UNI EN ISO 14683-2019, sono testate scientificamente per verificare che le goccioline contaminate da batteri non trapassino il tessuto.

  

2. Le mascherine di comunità non sono soggette a certificazioni. Non sono dispositivi medici, ma una misura igienica utile a ridurre, non in maniera incisiva, la diffusione del virus. Sono quelle utilizzate in alcuni contesti industriali. Tra queste annoveriamo le mascherine antismog, le mascherine antipolvere, le mascherine per saldatori e le FFP1.

Se si desidera una protezione più sicura contro il coronavirus, è chiaro che le mascherine FFP2 o FFP3 garantiscono un risultato più efficace. Purtroppo, però, dopo qualche ora di utilizzo esse iniziano a perdere la loro efficacia protettiva. La maggior parte di esse, infatti, è classificata come mascherina monouso. Quelle riutilizzabili vanno disinfettate con cura.

 

 Come disinfettare le mascherine?

Dopo aver lavato le mani, indossare i guanti e togliere la mascherina dal viso afferrando gli elastici senza toccarla nella sua parte interna. Togliere i guanti, lavarsi nuovamente le mani, indossare un nuovo paio di guanti o sanificare le mani con una soluzione idroalcolica (70-80 %).

 

 Sanificare la mascherina adagiandola su una superficie sterilizzata, spruzzare su di essa una soluzione idroalcoolica (70-80 %) e lasciare asciugare per un tempo da 30 minuti a 1 ora.

 

 Come disfarsi della mascherine? In quali rifiuti vanno gettate?

Su indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità, mascherine e guanti sono rifiuti indifferenziati, ma devono essere posti dentro un sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici. 

Per ulteriori informazioni sulle misure di precauzione contro il Covid 19, cliccate sul link del sito del Ministero della Salute.



Estate: mare e coronavirus



L’emergenza Covid 19 come renderà le nostre vacanze? Si potrà andare in spiaggia?

In questi giorni le autorità competenti stanno approntando un vademecum contenente le regole da seguire per le nostre vacanze al mare.

Innanzitutto ribadiamo quanto affermato dall’Istituto Superiore di Sanità, e cioè che l’estate viene in nostro soccorso, poiché acqua salata, sabbia e caldo ostacolerebbero il contagio. In secondo luogo, però, non dobbiamo abbassare la guardia, poiché sarà necessario seguire una serie di regole al fine di evitare assembramenti o contatti troppo ravvicinati. L’Istituto Superiore di Sanità e l’Inail, ha firmato un Protocollo con le regole da seguire in spiaggia. 

Distanziamento sociale
Per quanto riguarda il distanziamento sociale, il documento prevedere distanze tra i 4 e i 5 metri tra gli ombrelloni e di 2 metri tra i lettini.

Rotazione oraria e prenotazione
Gli stabilimenti e le spiagge libere saranno usufruibili solo tramite turni da prenotare online: ciò gioverebbe sia a evitare pericolosi assembramenti, sia per tracciare tutti i soggetti che si recheranno al mare.
 
 
Quest’ultimo aspetto, favorirà anche il contact tracing, cioè la possibilità di poter ricostruire, tramite facile riconoscimento dell’identità, eventuali reti di contagio.

Igienizzazione 

 

 L'igienizzazione di lettini e sdraio sarà obbligatoria prima dell'assegnazione della stessa a un altro utente.

Evitare il contatto
Saranno favoriti pagamenti veloci (bancomat e carte di credito contactless, app web o anche tramite paypal) per evitare lo scambio di denaro e, conseguentemente, eventuale passaggio del virus tramite contatto indiretto sulla pelle.

Divieti di giochi in spiaggia, specie per i bambini.

Ristorazione negli stabilimenti
Sebbene sia preferibile il servizio d’asporto, le misure per chi consuma i cibi in loco impongono distanze di 4 metri tra i clienti e divieto di servizio buffet.

Mascherina
La mascherina, come già sappiamo, è obbligatoria. Potrà essere tolta una volta che il cliente si è accomodato nella postazione lettino assegnatagli. Chiaramente, non dovrà essere usata per fare il bagno.

Percorsi diversificati
Come già in molti esercizi commerciali, anche negli stabilimenti balneari ci saranno percorsi differenziati per ingresso e uscita, sia per la spiaggia, sia per l’accesso in struttura.

 
 
Insomma, come immaginavamo, dobbiamo imparare a convivere con il Covid. Chiaramente, sarà buona prassi avere con sé una scorta di riserva d’igienizzanti per le mani e mascherine.

10 mete low cost in Sicilia (Catania)


L'emergenza Covid 19 imporrà una rimodulazione della programmazione delle nostre vacanze. Poiché è quasi impossibile viaggiare all'estero, non rimane che riscoprire le bellezze d'Italia. Secondo alcune proiezioni, il trend dei vacanzieri che dal Nord e dal Centro si sposteranno verso il Sud e le Isole, sarà molto più massiccio che in passato.

Purtroppo, però, all'emergenza sanitaria si è unita quella economica, poiché i redditi di molti italiani stanno subendo i colpi della recessione. In questi giorni il governo nazionale (ma anche il governo regionale siciliano) sta varando degli incentivi per chi va in vacanza, la cui erogazione sarà legata ai vincoli di reddito (ISEE).

Gli aiuti di stato e regionali per le vacanze verteranno sulle spese degli alloggi, anche per sostenere la domanda del mercato turistico e aiutare gli operatori del settore, i più colpiti dalla crisi Covid 19. Per il resto, trasporti e tour saranno a carico delle famiglie.

Qui alcuni consigli per organizzare una vacanza low cost a Catania

                                       




      

1. Etna - Trekking sul sentiero di Schiena dell'Asino fino alla Valle del Bove







Ingresso gratuito. Difficoltà bassa. 




Lunghezza circa 3 km. Altitudine: partenza 1900 slm - arrivo circa 2300 slm.

   



2. Etna -  Trekking sui crateri Silvestri

                                    


Ingresso gratuito. Difficoltà bassa. Altitudine 2000 slm



   

 I crateri Silvestri si trovano a circa 1 km da Schiena dell'Asino. 



3. Teatro greco - romano di Catania

Prezzo: 6 euro intero; 3 euro ridotto.
Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese








4 Parco pubblico "Giardino Vincenzo Bellini di Catania"
Ingresso libero








5. Casa Museo del musicista Vincenzo Bellini

Piazza San Francesco d'Assisi, 3 - 95124 Catania

Ingresso 5 euro; ridotto 2 euro
Gratuito per i minori di 10 anni
Gratuito per chi possiede "Catania Pass"

6. Casa Museo dello scrittore Giovanni Verga

Via Sant' Anna, 8 95100 Catania

Il museo di trova a circa 500 m dalla casa museo Vincenzo Bellini
Prezzo: intero: € 4,00; ridotto: € 2,00

7. Il Monastero dei Benedettini

Prezzo: 8,00 € intero; 3 € studenti universitari; 2 € studenti scuola; gratuito per minori 12 anni.
Il Monastero si trova a circa 400 m dalle case museo di Verga e Bellini


8. Il Castello Ursino

Piazza Federico di Svevia 1, Catania
Il Castello si trova a circa 500 m dalle case museo di Verga e Bellini

Prezzo: intero: € 10,00; ridotto: € 8,00; scuole: € 6,00.

9. Duomo di Catania: Chiesa di Sant'Agata



Piazza duomo - Catania

Ingresso gratuito


10. Castello Normanno di Acicastello

Piazza Castello - Acicastello (Ct)
Il Castello si trova a circa 12 Km dal centro storico di Catania

Prezzi: intero € 3,00; ridotto (scolaresche) € 2,00; ridotto (over 65) € 1,50; ridotto (bambini da 7 a 10 anni) € 1,00; gratuito per bambini da 0 a 6 anni.


Per quanto riguarda l'alloggio, il centro storico di Catania non ha prezzi elevati: nelle zone del Castello Ursino e della centralissima Via Etnea vi sono numerose strutture ricettive per tutte le tasche. I prezzi si aggirano tra i 50 e gli 80 euro.

Il Parlamento siciliano, il più antico in senso moderno


Il Parlamento del Regno di Sicilia, costituita come camera legislativa del Regno nel 1130 da Ruggero II di Sicilia, è il Parlamento più antico al mondo in senso moderno. In realtà esisteva già un’assemblea parlamentare in Islanda, l’Althingi (che significa "tutto quanto" o "assemblea generale"), attiva già dal 930 durante la dominazione vichinga, ma questa aveva solo funzione consultiva. Insomma, non era un’istituzione statale.

 L’organo collegiale siciliano, che allora si chiamava Curiae Generales o Curiae Solemnes, nella sua fase embrionale aveva anch’esso solo funzioni consultive. Ne è un esempio l’assemblea siciliana convocata per la prima volta a Mazara nel 1097 dal Gran Conte Ruggero I di Sicilia. Nei primi anni di attività, il Parlamento siciliano ratificava le deliberazioni di tipo economico e amministrativo del sovrano (come i rapporti di politica estera e l’imposizione fiscale). Nella sua fase più matura, l’assemblea siciliana ebbe poteri normativi, dunque fu il primo Parlamento del mondo ad avere funzione legislativa. 

Il parlamento siciliano era costituito da tre rami. Il ramo feudale era costituito dai nobili; il ramo ecclesiastico era formato da arcivescovi, vescovi, abati e archimandriti (cioè i padri superiori dei monastero tipici del cristianesimo orientale), mentre il ramo demaniale era costituito dai rappresentanti delle 42 città demaniali della Sicilia (cioè che non erano sottoposte ai feudatari e facevano parte del demanio del re, quindi, chiamate anche "città regie, tra le quali Palermo, Messina, Catania, Siracusa e  Girgenti).

 L’assise deteneva l’importantissimo compito d’incoronare i sovrani e le sue funzioni furono rispettata dai Re. Nella storia siciliana ha svolto un ruolo di primaria importanza: ricordiamo che la rivolta anti angioina (prima guerra del Vespro 1282-1302) fu guidata proprio dal Parlamento, al quale dobbiamo sia l’adozione dell’attuale bandiera siciliana, sia l’elezione dei sovrani aragonesi. 

Tappa importante dell’evoluzione storica dell’organo legislativo si ebbe durante la diffusione in tutta Europa delle idee liberali. A Palermo il 19 luglio 1812 il Parlamento siciliano abolì il regime feudale, promulgò la costituzione siciliana del 1812, e riformò gli apparati statali. Il parlamento divenne bicamerale, formato da una Camera dei comuni, composta da rappresentanti del popolo, con carica elettiva, e una Camera dei Pari, costituita da ecclesiastici, militari ed aristocratici con carica vitalizia e di nomina regia. Queste due camere erano convocate dal sovrano almeno una volta l'anno, erano titolari del potere legislativo. Il monarca era titolare del potere esecutivo, deteneva potere di veto sulle leggi del parlamento. Il potere giudiziario era detenuto da giudici indipendenti, ma, in realtà, influenzati dalla corona. Il Parlamento siciliano è protagonista, insomma, della trasformazione dello Stato in senso liberale.

Nel 1816 il Re Francesco di Borbone aggregò il Regno di Sicilia a quello di Napoli, provocando la decadenza giuridica della Costituzione e del Parlamento siciliani.
Durante le rivoluzioni del Quarantotto (periodo noto come “Primavera dei popoli”) il Parlamento siciliano riacquistò la sua centralità. Il 25 marzo del 1848 a Palermo si riuniva l’assemblea legislativa (il "Parlamento generale di Sicilia") nella chiesa di San Domenico, con un governo rivoluzionario: la dinastia borbonica fu dichiarata decaduta e fu proclamata la monarchia costituzionale nota come Regno di Sicilia. Il senso della trasformazione era chiaramente liberale e anti nobiliare. In primo luogo, la corona fu offerta al Duca di Genova Alberto Amedeo di Savoia, figlio di Carlo Alberto di Savoia, che rifiutò, poiché accettare la corona da un Parlamento rivoluzionario (cioè dal basso) avrebbe delegittimato il potere del monarca. Inoltre, il 10 luglio dello stesso anno il parlamento decretò una nuova costituzione, sopprimendo anche la Camera dei Pari, quella che rappresentava gli interessi del clero e della nobiltà. 

La vita del Parlamento del 1848-49 durò solo quindici mesi. Con il "decreto di Gaeta" del 28 febbraio 1849, Ferdinando II di Borbone iniziò a riprendere possesso della Sicilia tramite l’azione militare. Alla notizia che il monarca, dopo aver conquistato diverse città stesse per concedere l’amnistia, l’assemblea si sciolse.

Spiragli di rinascita si affacciarono con la conquista garibaldina, quando il prodittatore della Sicilia, Antonio Mordini, nell’Ottobre del 1860 aveva indetto i collegi elettorali per eleggere i deputati dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo. Chiaramente nulla di ciò avvenne, in quanto l’unica cosa cui i cittadini furono chiamati fu la ratifica, tramite plebiscito, all’annessione al Regno d’Italia. 

Nel 1947, dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche alle rivendicazioni del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (MIS), nacque l'ARS (Assemblea regionale siciliana), organo legislativo i cui componenti sono definiti “deputati”. Fu la prima assemblea legislativa elettiva regionale riunitasi in Italia dopo la fine della guerra. La prima seduta, infatti, risale al 25 maggio 1947.

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