Dopo l’annuncio del governo dell’imminente riapertura dei confini regionali, comincia la programmazione delle vacanze. Certo, saranno vacanze un po’ strane, visto che nei luoghi di massiccia frequentazione, saranno ancora vietati assembramenti e dovranno essere usati tutti gli accorgimenti anti Covid 19, come igienizzanti, guanti e le tanto discusse mascherine.
Le mascherine, dunque, sono obbligatorie? La risposta è condizionata dall'appartenenza geografica: se il Presidente della Regione Toscana con un’ordinanza firmata lo scorso aprile le ha rese obbligatorie nei luoghi pubblici, Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, sembra aver adottato una linea più morbida, poiché l’obbligo imposto grava per gli operatori che vendono beni alimentari. Per i cittadini, invece, in caso in cui non si può mantenere la distanza di un metro, basterà coprirsi naso e bocca o con mascherina, oppure con apposito sostituto, come una sciarpa o un foulard.
Chiaramente, che siano d’obbligo o no, poco importa: averne a portata di mano rende sicuramente le nostre vacanze un po’ più serene.
Sebbene buona delle regioni italiane si siano attrezzate per fornire mascherine gratuite ai cittadini – come Toscana per tutti i centri abitati e la Sicilia per i centri con meno di 50.000 abitanti – la maggior parte degli italiani ne ha acquistate di propria iniziativa negli store online.
Qual è la mascherina più efficace?
Possiamo distinguere differenti tipologie di mascherine:
1. Le mascherine filtranti (FFP, cioè Filtering Facepiece Particles) bloccano il passaggio di particelle dell’ordine del mezzo micron, impedendo a chi le porta di inalarle. L’efficacia filtrante è indicata con sigle FF da P1 a P3, in base alla crescente capacità di protezione. Le migliori sono le FFP2 e le FFP3 (queste sono dotate di valvole), che hanno un’efficacia filtrante rispettivamente del 94% e del 99% e sono le più indicate per bloccare i virus. Tra queste annoveriamo le mascherine chirurgiche, utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla norma UNI EN ISO 14683-2019, sono testate scientificamente per verificare che le goccioline contaminate da batteri non trapassino il tessuto.
2. Le mascherine di comunità non sono soggette a certificazioni. Non sono dispositivi medici, ma una misura igienica utile a ridurre, non in maniera incisiva, la diffusione del virus. Sono quelle utilizzate in alcuni contesti industriali. Tra queste annoveriamo le mascherine antismog, le mascherine antipolvere, le mascherine per saldatori e le FFP1.
Se si desidera una protezione più sicura contro il coronavirus, è chiaro che le mascherine FFP2 o FFP3 garantiscono un risultato più efficace. Purtroppo, però, dopo qualche ora di utilizzo esse iniziano a perdere la loro efficacia protettiva. La maggior parte di esse, infatti, è classificata come mascherina monouso. Quelle riutilizzabili vanno disinfettate con cura.
Come disinfettare le mascherine?
Dopo aver lavato le mani, indossare i guanti e togliere la mascherina dal viso afferrando gli elastici senza toccarla nella sua parte interna. Togliere i guanti, lavarsi nuovamente le mani, indossare un nuovo paio di guanti o sanificare le mani con una soluzione idroalcolica (70-80 %).
Sanificare la mascherina adagiandola su una superficie sterilizzata, spruzzare su di essa una soluzione idroalcoolica (70-80 %) e lasciare asciugare per un tempo da 30 minuti a 1 ora.
Come disfarsi della mascherine? In quali rifiuti vanno gettate?
Su indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità, mascherine e guanti sono rifiuti indifferenziati, ma devono essere posti dentro un sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici.
Per ulteriori informazioni sulle misure di precauzione contro il Covid 19, cliccate sul link del sito del Ministero della Salute.
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