L’arrivo dei greci in Sicilia, datato intorno a VIII secolo a. C., rientra il quel fenomeno storico conosciuto come "seconda colonizzazione greca". Lo sviluppo demografico nella madrepatria e le lotte sociali per il possesso delle terre, avevano condotto molti elementi del ceto medio - corrispondente all'attuale ceto borghese - a cercare fortuna altrove, poiché le terre da coltivare non bastavano per tutti. Fu allora che le stesse città favorirono questo processo di emigrazione, il quale avrebbe poi espanso i confini della cultura greca. L'ecista, incaricato di guidare le spedizioni migratorie, una volta approdati nelle nuove terre, si occupavano di distribuire le terre fra i migranti e istituire le regole sociali: le leggi ricalcavano quelle della madrepatria, così come i riti della religione olimpica. Si spiega così la forte presenza greca nella Sicilia, dai monumenti all'etimologia dei nomi dei maggiori centri abitati.
Fra i primi gruppi di Greci annoveriamo i Calcidesi d'Eubea, che intorno al 734 a.C. fondarono Naxos. Il gruppo stabilitosi qui, dopo alcuni anni partì verso sud per fondare Lentini nel 728 a.C. e Catania poi nel 727 a.C
Nel 734 i Dori di Corinto fondarono Sùraka (Siracusa), i cui abitanti fondarono a loro volta Akrai (Palazzolo Acredide) e Camarina.
Nel 728 a.C., i coloni provenienti da Mégara fondarono Mégara Iblea e Selinunte
Tra il VII e VI a. C., coloni provenienti da Rodi e Creta fondarono Gela, i cui abitanti a metà del VI a. C. fondarono Agrigento.
Nel 491, Anàssila di Messene, con un gruppo di greci già stanziati in Calabria, occupò Zancle e gli cambiò il nome in Messene (l'odierna Messina), in memoria della sua città natale.
Alcuni sostengono che Messina fu forse la prima colonia fondata dai Greci; in realtà, però, nessuna fonte è in grado di suffragare questa ipotesi. Risulta più probabile, invece, il primato della fondazione di Naxos, grazie alla testimonianza di Tucidite ne La guerra del Peloponneso.
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