lunedì 25 maggio 2020

10 mete low cost in Sicilia (Catania)


L'emergenza Covid 19 imporrà una rimodulazione della programmazione delle nostre vacanze. Poiché è quasi impossibile viaggiare all'estero, non rimane che riscoprire le bellezze d'Italia. Secondo alcune proiezioni, il trend dei vacanzieri che dal Nord e dal Centro si sposteranno verso il Sud e le Isole, sarà molto più massiccio che in passato.

Purtroppo, però, all'emergenza sanitaria si è unita quella economica, poiché i redditi di molti italiani stanno subendo i colpi della recessione. In questi giorni il governo nazionale (ma anche il governo regionale siciliano) sta varando degli incentivi per chi va in vacanza, la cui erogazione sarà legata ai vincoli di reddito (ISEE).

Gli aiuti di stato e regionali per le vacanze verteranno sulle spese degli alloggi, anche per sostenere la domanda del mercato turistico e aiutare gli operatori del settore, i più colpiti dalla crisi Covid 19. Per il resto, trasporti e tour saranno a carico delle famiglie.

Qui alcuni consigli per organizzare una vacanza low cost a Catania

                                       




      

1. Etna - Trekking sul sentiero di Schiena dell'Asino fino alla Valle del Bove







Ingresso gratuito. Difficoltà bassa. 




Lunghezza circa 3 km. Altitudine: partenza 1900 slm - arrivo circa 2300 slm.

   



2. Etna -  Trekking sui crateri Silvestri

                                    


Ingresso gratuito. Difficoltà bassa. Altitudine 2000 slm



   

 I crateri Silvestri si trovano a circa 1 km da Schiena dell'Asino. 



3. Teatro greco - romano di Catania

Prezzo: 6 euro intero; 3 euro ridotto.
Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese








4 Parco pubblico "Giardino Vincenzo Bellini di Catania"
Ingresso libero








5. Casa Museo del musicista Vincenzo Bellini

Piazza San Francesco d'Assisi, 3 - 95124 Catania

Ingresso 5 euro; ridotto 2 euro
Gratuito per i minori di 10 anni
Gratuito per chi possiede "Catania Pass"

6. Casa Museo dello scrittore Giovanni Verga

Via Sant' Anna, 8 95100 Catania

Il museo di trova a circa 500 m dalla casa museo Vincenzo Bellini
Prezzo: intero: € 4,00; ridotto: € 2,00

7. Il Monastero dei Benedettini

Prezzo: 8,00 € intero; 3 € studenti universitari; 2 € studenti scuola; gratuito per minori 12 anni.
Il Monastero si trova a circa 400 m dalle case museo di Verga e Bellini


8. Il Castello Ursino

Piazza Federico di Svevia 1, Catania
Il Castello si trova a circa 500 m dalle case museo di Verga e Bellini

Prezzo: intero: € 10,00; ridotto: € 8,00; scuole: € 6,00.

9. Duomo di Catania: Chiesa di Sant'Agata



Piazza duomo - Catania

Ingresso gratuito


10. Castello Normanno di Acicastello

Piazza Castello - Acicastello (Ct)
Il Castello si trova a circa 12 Km dal centro storico di Catania

Prezzi: intero € 3,00; ridotto (scolaresche) € 2,00; ridotto (over 65) € 1,50; ridotto (bambini da 7 a 10 anni) € 1,00; gratuito per bambini da 0 a 6 anni.


Per quanto riguarda l'alloggio, il centro storico di Catania non ha prezzi elevati: nelle zone del Castello Ursino e della centralissima Via Etnea vi sono numerose strutture ricettive per tutte le tasche. I prezzi si aggirano tra i 50 e gli 80 euro.

Il Parlamento siciliano, il più antico in senso moderno


Il Parlamento del Regno di Sicilia, costituita come camera legislativa del Regno nel 1130 da Ruggero II di Sicilia, è il Parlamento più antico al mondo in senso moderno. In realtà esisteva già un’assemblea parlamentare in Islanda, l’Althingi (che significa "tutto quanto" o "assemblea generale"), attiva già dal 930 durante la dominazione vichinga, ma questa aveva solo funzione consultiva. Insomma, non era un’istituzione statale.

 L’organo collegiale siciliano, che allora si chiamava Curiae Generales o Curiae Solemnes, nella sua fase embrionale aveva anch’esso solo funzioni consultive. Ne è un esempio l’assemblea siciliana convocata per la prima volta a Mazara nel 1097 dal Gran Conte Ruggero I di Sicilia. Nei primi anni di attività, il Parlamento siciliano ratificava le deliberazioni di tipo economico e amministrativo del sovrano (come i rapporti di politica estera e l’imposizione fiscale). Nella sua fase più matura, l’assemblea siciliana ebbe poteri normativi, dunque fu il primo Parlamento del mondo ad avere funzione legislativa. 

Il parlamento siciliano era costituito da tre rami. Il ramo feudale era costituito dai nobili; il ramo ecclesiastico era formato da arcivescovi, vescovi, abati e archimandriti (cioè i padri superiori dei monastero tipici del cristianesimo orientale), mentre il ramo demaniale era costituito dai rappresentanti delle 42 città demaniali della Sicilia (cioè che non erano sottoposte ai feudatari e facevano parte del demanio del re, quindi, chiamate anche "città regie, tra le quali Palermo, Messina, Catania, Siracusa e  Girgenti).

 L’assise deteneva l’importantissimo compito d’incoronare i sovrani e le sue funzioni furono rispettata dai Re. Nella storia siciliana ha svolto un ruolo di primaria importanza: ricordiamo che la rivolta anti angioina (prima guerra del Vespro 1282-1302) fu guidata proprio dal Parlamento, al quale dobbiamo sia l’adozione dell’attuale bandiera siciliana, sia l’elezione dei sovrani aragonesi. 

Tappa importante dell’evoluzione storica dell’organo legislativo si ebbe durante la diffusione in tutta Europa delle idee liberali. A Palermo il 19 luglio 1812 il Parlamento siciliano abolì il regime feudale, promulgò la costituzione siciliana del 1812, e riformò gli apparati statali. Il parlamento divenne bicamerale, formato da una Camera dei comuni, composta da rappresentanti del popolo, con carica elettiva, e una Camera dei Pari, costituita da ecclesiastici, militari ed aristocratici con carica vitalizia e di nomina regia. Queste due camere erano convocate dal sovrano almeno una volta l'anno, erano titolari del potere legislativo. Il monarca era titolare del potere esecutivo, deteneva potere di veto sulle leggi del parlamento. Il potere giudiziario era detenuto da giudici indipendenti, ma, in realtà, influenzati dalla corona. Il Parlamento siciliano è protagonista, insomma, della trasformazione dello Stato in senso liberale.

Nel 1816 il Re Francesco di Borbone aggregò il Regno di Sicilia a quello di Napoli, provocando la decadenza giuridica della Costituzione e del Parlamento siciliani.
Durante le rivoluzioni del Quarantotto (periodo noto come “Primavera dei popoli”) il Parlamento siciliano riacquistò la sua centralità. Il 25 marzo del 1848 a Palermo si riuniva l’assemblea legislativa (il "Parlamento generale di Sicilia") nella chiesa di San Domenico, con un governo rivoluzionario: la dinastia borbonica fu dichiarata decaduta e fu proclamata la monarchia costituzionale nota come Regno di Sicilia. Il senso della trasformazione era chiaramente liberale e anti nobiliare. In primo luogo, la corona fu offerta al Duca di Genova Alberto Amedeo di Savoia, figlio di Carlo Alberto di Savoia, che rifiutò, poiché accettare la corona da un Parlamento rivoluzionario (cioè dal basso) avrebbe delegittimato il potere del monarca. Inoltre, il 10 luglio dello stesso anno il parlamento decretò una nuova costituzione, sopprimendo anche la Camera dei Pari, quella che rappresentava gli interessi del clero e della nobiltà. 

La vita del Parlamento del 1848-49 durò solo quindici mesi. Con il "decreto di Gaeta" del 28 febbraio 1849, Ferdinando II di Borbone iniziò a riprendere possesso della Sicilia tramite l’azione militare. Alla notizia che il monarca, dopo aver conquistato diverse città stesse per concedere l’amnistia, l’assemblea si sciolse.

Spiragli di rinascita si affacciarono con la conquista garibaldina, quando il prodittatore della Sicilia, Antonio Mordini, nell’Ottobre del 1860 aveva indetto i collegi elettorali per eleggere i deputati dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo. Chiaramente nulla di ciò avvenne, in quanto l’unica cosa cui i cittadini furono chiamati fu la ratifica, tramite plebiscito, all’annessione al Regno d’Italia. 

Nel 1947, dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche alle rivendicazioni del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (MIS), nacque l'ARS (Assemblea regionale siciliana), organo legislativo i cui componenti sono definiti “deputati”. Fu la prima assemblea legislativa elettiva regionale riunitasi in Italia dopo la fine della guerra. La prima seduta, infatti, risale al 25 maggio 1947.

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